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Quella di "Un'ora per voi" non è solo la storia di un programma nato da una collaborazione sperimentale tra la televisione svizzera e quella italiana. È una storia che riporta alla Svizzera degli anni Sessanta, chiamata a fare i conti con la massiccia crescita della popolazione straniera, in gran parte italiana, e con i relativi fenomeni d'intolleranza. In questo contesto di profondo rivolgimento sociale, la TV ai suoi esordi ha saputo svolgere un ruolo di protagonista nell'avvicinamento culturale tra gli svizzeri e gli immigrati. La rubrica settimanale in onda per 25 anni è stata un ponte transfrontaliero per l'approvvigionamento del "made in Italy" televisivo, ma anche un punto di riferimento in terra straniera, un tradizionale appuntamento del sabato pomeriggio alla TV svizzera per centinaia di migliaia di lavoratori italiani. L'exploit tecnologico dello scambio di auguri tra Roma e Zurigo per il Natale 1964, i "saluti da casa" via etere, le migliaia di lettere alla redazione, i notiziari, lo sport, gli sketch umoristici sulla convivenza tra svizzeri e immigrati, gli spettacoli con cantanti, artisti e sportivi "di casa" presentati dai due mattatori del programma, gli amici televisivi Corrado e Mascia Cantoni: il programma sintetizzò in un'ora un intero palinsesto costruito appositamente per il pubblico degli emigrati italiani in Svizzera, con la doppia funzione di mantenere un legame con la terra d'origine e di avviare un processo d'integrazione nella patria d'adozione.